
Ufficio Missionario
15 Aprile 2018
Ufficio Catechistico
15 Aprile 2018CARITAS DIOCESANA
42. La Caritas diocesana (CD) è l’organismo pastorale deputato a promuo- vere la testimonianza e il servizio della carità nella Chiesa locale, segnata- mente nelle Comunità parrocchiali, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale, della cu- stodia del creato e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e ai fra- gili e con prevalente funzione pedagogica e promozionale.
43 – § 1. La CD, secondo quanto espresso nello statuto della Caritas italia- na, negli Orientamenti della CEI, nel Libro sinodale (nn. 123-133) e nei documenti pastorali diocesani, persegue le seguenti finalità:
- a) accompagnare la comunità diocesana nel riconoscere e accogliere il Signore nei fratelli più fragili, affinché l’amore preferenziale per i poveri diventi criterio di discernimento per tutta la pastorale e le comunità cristiane siano casa accogliente per gli ultimi;
- b) accompagnare e sostenere i fedeli nella conversione a uno stile di vita umile, sobrio e sostenibile, affinché le comunità cristiane siano custodi del creato e testimoni della novità evangelica;
- c) sostenere, in opposizione alla cultura dell’indifferenza e dello scar- to, lo sviluppo di una visione solidale della società e di un’economia attenta alla custodia del creato e capace di mettere al centro la dignità e il benessere di ciascuna persona, soprattutto dei più fragili.
§ 2. L’attuazione di tali finalità si realizza mediante le seguenti azioni:
- a) promuovere, sostenere e accompagnare le Caritas parrocchiali, con
particolare attenzione alle attività di animazione delle comunità;
- b) promuovere la formazione iniziale e permanente degli operatori pa- storali, in particolare di quelli impegnati nell’ambito della carità,
proponendo livelli di formazione diversi;
- c) promuovere specialmente tra i giovani l’educazione al servizio, alla
fraternità, all’accoglienza, alla compassione e alla misericordia, an- che attraverso specifiche proposte formative e strumenti quali il servizio civile e l’anno di volontariato sociale;
- d) realizzare studi e ricerche sui bisogni presenti nella comunità dio- cesana, per individuare le cause socioeconomiche della marginalità e dell’esclusione, e sulle risorse disponibili, per pianificare percorsi
di accompagnamento delle fragilità, contribuire al contrasto delle marginalità e individuare azioni preventive all’esclusione; promuovere a tutti i livelli interventi concreti verso le persone, le famiglie e le comunità in situazioni di fragilità, con carattere pro- mozionale e liberante per ciascuno e, ove possibile, preventivo del- le marginalità;
assicurare il coordinamento delle iniziative e delle opere caritative e assistenziali di natura ecclesiale e di ispirazione cristiana operanti in Diocesi;
promuovere il volontariato e contribuire alla formazione degli ope- ratori professionali e volontari nelle organizzazioni ecclesiali e in quelle di ispirazione cristiana impegnate nelle attività di promozio- ne umana e nella cura delle fragilità;
organizzare, in collaborazione con la Caritas italiana, e coordinare a livello diocesano, interventi di emergenza in caso di pubbliche calamità o crisi umanitarie che si verifichino in Italia o all’estero; condurre un dialogo franco e libero con le istituzioni e con la socie- tà civile, volto a stimolare l’azione in favore dei poveri e l’adozione di norme giuste e solidali;
sostenere esperienze locali di imprese sociali che promuovano una visione e una pratica dell’attività economica che metta al centro la persona del lavoratore, con particolare attenzione ai soggetti svan- taggiati;
contribuire, in collaborazione con il Centro missionario diocesano, alla cultura della mondialità e della pace, con un’attenzione allo sviluppo umano e sociale delle periferie del mondo, attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e la prestazione di servizi, progetti e aiuti.
44 – §
della Diocesi, opera in armonia con gli indirizzi generali della Caritas ita- liana e in spirito di comunione e di collaborazione con le altre Caritas dio- cesane della regione. Per gli interventi di emergenza nazionali e internazio- nali si attiene alle direttive coordinatrici della Caritas italiana.
§ 2. Il Direttore della CD partecipa alle riunioni della Delegazione regiona- le Caritas, mantiene i collegamenti e collabora con il Delegato regionale e con le Caritas diocesane della regione, per la realizzazione delle delibere e degli indirizzi della Conferenza Episcopale Regionale, con particolare at- tenzione ai problemi del territorio ed alle eventuali emergenze.
1. La CD, subordinatamente agli indirizzi e ai programmi pastorali
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§ 3. La CD agisce in stretta unione con gli altri Uffici pastorali della Dioce- si, le realtà ecclesiali riunite nella Consulta diocesana degli organismi so- cio-assitenziali e le realtà di ispirazione ecclesiale impegnate nell’accompagnamento della fragilità e nella promozione di una cultura del- la pace, della giustizia e della fraternità.
§ 4. Nel perseguire i propri scopi, la CD ricerca e cura rapporti e relazioni con le realtà non ecclesiali impegnate nel medesimo ambito sul territorio. Collabora e dialoga, conservando la propria indipendenza e autonomia e operando con coscienza critica e spirito profetico (cfr. Libro sinodale, 133.2), con Istituzioni locali, scuole, Enti del terzo settore e gruppi infor- mali orientati alla cura delle fragilità. A tal fine potrà partecipare o convo- care tavoli di coordinamento e riflessione su temi specifici o per la gestione di situazioni problematiche.
La CD cura e mantiene rapporti con tutte le Istituzioni e le strutture civili preposte ad attività assistenziali, in atteggiamento di collaborazione e di servizio e in accordo con gli orientamenti della Diocesi.
45. Presidente della CD è l’Arcivescovo, cui compete la responsabilità pri- maria della carità nella Chiesa locale; egli:
- nomina il Direttore, i Vicedirettori e i Responsabili di ambito della CD;
- convoca e presiede le riunioni del Consiglio;
- approva il programma annuale di attività;
- approva il piano di copertura economica del programma annuale di
attività e il bilancio annuale consuntivo, a lui sottoposto dalla Dire- zione.
46. Il Direttore guida l’attività della CD a norma del regolamento; in parti- colare:
- convoca e presiede l’Équipe diocesana;
- propone all’Arcivescovo i nomi dei Vicedirettori e dei Responsabi-
li di ambito;
- cura i contatti con gli Uffici pastorali e i Servizi diocesani
nell’ottica di una pastorale integrata e rappresenta la CD nelle riu-
nioni pastorali;
- rappresenta la CD nel rapporto con gli Enti locali, le Istituzioni lo-
cali e la società civile;
- presenta all’Arcivescovo il programma annuale delle attività per la
traduzione degli indirizzi pastorali, elaborato sulle indicazioni del Consiglio e in collaborazione con l’Équipe, per la sua approvazione;
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- presenta all’approvazione dell’Arcivescovo il piano economico an- nuale di attività e i bilanci preventivo e consuntivo;
- presenta all’approvazione del Consiglio diocesano per gli affari economici, del Collegio dei Consultori e dell’Arcivescovo l’impiego delle risorse provenienti dall’8xmille destinate a inter- venti caritativi;
- è responsabile dell’attività politico-programmatica della CD, in ac- cordo con il Consiglio e l’Équipe.
47. I Vicedirettori nominati dall’Arcivescovo, uno per ciascuna Area pasto- rale della Diocesi, coadiuvano il Direttore nella conduzione dell’attività della CD. In particolare:
- facilitano nei territori l’attuazione delle linee individuate a livello diocesano;
- coordinano e stimolano le attività della CD nelle Comunità parroc- chiali dell’Area;
- ascoltano necessità e bisogni, in modo da riportarli a livello diocesano;
- supportano sui territori i percorsi formativi e le azioni diocesane,
garantendo un’azione di accompagnamento puntuale ed efficace;
- affiancano o rappresentano il Direttore nelle riunioni pastorali di Area e nel rapporto con gli enti locali, le istituzioni locali e la so-
cietà civile;
- promuovono la collaborazione con gli altri Uffici pastorali sul terri-
torio, in vista di una pastorale sempre più integrata.
48 – § 1. Il Consiglio della CD è costituito da:
- i membri dell’Équipe diocesana;
- due membri per ciascuna Équipe di Area, designati dai Vicedirettori;
- un membro del Consiglio pastorale diocesano, designato dal medesimo;
- un membro del Consiglio presbiterale diocesano, designato dal
medesimo;
- un religioso e una religiosa designati dalle delegazioni diocesane
CISM e USMI;
- tre membri della Consulta diocesana degli organismi socio-
assistenziali, designati dalla medesima;
- un membro della Consulta dell’Ufficio diocesano per la pastorale
giovanile e vocazionale, designato dalla medesima;
- tre componenti nominati dall’Arcivescovo, sentito il parere
dell’Équipe.
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§ 2. Compiti del Consiglio sono:
- elaborare gli indirizzi della pastorale della carità a partire dal pre-
sente Regolamento, dalle indicazioni dell’Arcivescovo e dallo stu-
dio dei documenti ecclesiali;
- monitorare l’andamento delle attività del programma e l’attuazione
degli indirizzi.
§ 3. Il Consiglio è convocato e presieduto dall’Arcivescovo e si riunisce almeno tre volte l’anno.
49 – § 1. L’Équipe diocesana della CD è composta dal Direttore, dai Vice- direttori, da un rappresentante del ramo ETS dell’Ente diocesano opere di culto e religione (EDOCR) e dai tre Responsabili di ambito a livello dioce- sano, nominati dall’Arcivescovo:
- Responsabile dell’ambito “animazione e cultura”;
- Responsabile dell’ambito “ascolto dei bisogni”;
- Responsabile dell’ambito “servizi di prossimità”.
§ 2. L’Équipe coadiuva il Direttore nella conduzione delle attività della CD. In particolare:
- traduce operativamente in un programma annuale gli indirizzi dell’Arcivescovo e le indicazioni del Consiglio;
- supporta nel monitoraggio della realizzazione del programma e partecipa alla sua valutazione;
- organizza le risorse necessarie all’implementazione del programma;
- propone all’Arcivescovo la nomina dei membri del Consiglio. L’Équipe è convocata e presieduta dal Direttore e si riunisce una volta al mese.
50. Le Équipes territoriali, una per ciascuna Area pastorale, sono formate dal Vicedirettore e da un rappresentante della Caritas di ciascuna comunità parrocchiale (indicato dal Consiglio pastorale della Comunità parrocchiale). Tra di loro il Vicedirettore indica i referenti di Area per i tre ambiti operativi. Compito delle Équipes è declinare il programma annuale di attività della CD nel proprio territorio, con attenzione alle particolarità dei soggetti, dei tempi e delle tradizioni di ogni ambiente.
51. La CD si avvale di un proprio ufficio, dotato di dipendenti e collabora- tori secondo le necessità e le possibilità economiche della Curia, nonché di persone che offrono il proprio tempo in forma di volontariato.
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52 – § 1. La CD trae i mezzi economici per il raggiungimento dei fini statutari:
- a) dalle offerte raccolte in apposite giornate diocesane e mediante al-
tre azioni;
- b) dalle raccolte straordinarie in occasione di pubbliche calamità o
crisi umanitarie;
- c) dai fondi annuali dell’8‰ destinati agli interventi caritativi delle
Diocesi, secondo le disposizioni in materia;
- d) da eventuali donazioni e oblazioni di enti o persone;
- e) da un’azione articolata di fund raising, che contempla ad esempio
la partecipazione a bandi, l’organizzazione di eventi e raccolte pubbliche.
§ 2. Le risorse della CD vengono gestite nell’ambito del bilancio comples- sivo della Curia, attraverso un partitario contabile dedicato. In conformità al can. 1267 § 3 CJC, le offerte ricevute per un determinato fine non posso- no essere impiegate che a quello stesso fine. La CD, tuttavia, con le offerte ad essa affidate costituisce e amministra anche un limitato fondo di riserva, per interventi in casi di particolare emergenza e per le spese di gestione dell’ufficio.
53. La CD non gestisce, preferibilmente, opere permanenti, ma ne promuo- ve l’istituzione, affidandone appena possibile la gestione ad appositi Enti, con propria responsabilità amministrativa.
La CD continua a monitorare la gestione di queste opere, mediante “comi- tati di indirizzo” da prevedere nei regolamenti di ciascuna opera, e continua ad offrire loro il proprio sostegno (finché necessario), affinché siano signi- ficative, esemplari ed efficaci.
La CD gestisce le “opere-segno” diocesane attraverso il ramo ETS dell’EDOCR.
54 – §1. In coordinamento con l’Ufficio diocesano per le comunicazioni so- ciali, la CD pone particolare attenzione all’individuazione e all’implementazione di una strategia di comunicazione rivolta alle Comuni- tà parrocchiali, alle realtà ecclesiali e di ispirazione cristiana e alla società civile tutta. Viene posta particolare cura nel rapporto con le nuove genera- zioni.
Finalità della comunicazione sono:
la promozione di una cultura della solidarietà, della fraternità, della
prossimità, del servizio, della gratuità e della partecipazione; 24
- la diffusione di un’efficace informazione sulle azioni promosse dal- la Chiesa di Lucca per accompagnare le persone fragili, contrastare l’esclusione e promuovere la piena dignità di tutti;
- la denuncia dei fenomeni e delle logiche di esclusione, violenza e prevaricazione degli ultimi presenti nel territorio diocesano e re- gionale;
- la puntuale e corretta informazione circa i fenomeni socio- economici attuali, con speciale attenzione al territorio diocesano e regionale.
§ 2. Tale azione comunicativa, oltre che mediante gli strumenti diocesani, si attua attraverso:
- i rapporti con la stampa locale e nazionale (sempre tramite l’Addetto stampa diocesano);
- l’organizzazione di eventi, rassegne e occasioni di incontro e dibattito;
- l’animazione di particolari giornate, con speciale attenzione a quel- le proposte a livello nazionale o mondiale, in coordinamento con
gli altri uffici pastorali.
55. Tutte le cariche della CD hanno la durata di un quinquennio e possono essere riconfermate per un secondo quinquennio.
Progetto Policoro
56. Per il Progetto Policoro vedi Ufficio diocesano per la pastorale giova- nile e vocazionale.
Osservatorio sulle povertà e le risorse
57 – § 1. L’Osservatorio sulle povertà e le risorse (OPR) è uno strumento orientato alla conoscenza delle situazioni di povertà e delle buone pratiche presenti sulterritorio, per comunicarle alla comunità ecclesiale e all’opinione pubblica, favorendo il coinvolgimento e la messa in rete dei diversi attori sociali.
§ 2. Il Responsabile dell’OPR, che si avvale del personale volontario e re- tribuito della CD, è il Direttore della CD.
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§ 3. L’OPR ha come oggetto di lavoro la conoscenza sistematica e aggiornata:
- delle condizioni delle persone fragili, delle cause e delle dinamiche
di sviluppo dei loro problemi;
- delle risorse disponibili per l’accoglienza delle fragilità, soprattutto
in termini di servizi, sia di tipo civile che ecclesiale;
- del contesto ecclesiale, della storia della carità nella Diocesi e delle
forme organizzative che questa ha assunto negli anni;
- del quadro legislativo e normativo in ambito sociale, per permettere
alla CD di intervenire anche sul piano dell’advocacy.
§ 4. L’OPR vede nelle Comunità parrocchiali un interlocutore privilegiato:
- da valorizzare, per la ricchezza e l’unicità del punto di vista che po- tenzialmente possono assumere le Parrocchie medesime rispetto al proprio territorio e alle povertà che lo stesso può esprimere e al
contempo arginare;
- da coinvolgere, perché le Caritas parrocchiali assumano consape-
volezza di questo loro ruolo privilegiato e crescano nell’abilità di leggere il proprio territorio, ma soprattutto nella capacità di comu- nicare con la comunità cristiana e di coinvolgerla.
§ 5. L’OPR pubblica annualmente un Rapporto, che viene presentato all’opinione pubblica e alla comunità diocesana, attraverso uno o più incon- tri pubblici, segnatamente con il Clero e gli operatori pastorali.
L’ufficio pastorale Caritas della Diocesi di Lucca si propone come luogo di animazione pastorale per le comunità. Attraverso l’ascolto, le parole e i gesti ripropone alla Chiesa diocesana la scelta radicale e fondante dei più poveri.