Ricorrenza della festa 27 Aprile
Patrona delle casalinghe, serve e fornai.
Il suo emblema sono le chiavi ed i gigli.

Nacque nel 1218 a Monsagrati, 16 Km. da Lucca, da Giovanni umile pastore e contadino e Buonissima. La memoria lascia alle pagine della storia anche una sorella Margherita, che visse in un convento da monaca cistercense e morì in concetto di santità .
Fin da piccola, Zita, si dette come regola di condotta di chiedersi, se le sue azioni potessero piacere o meno al Signore. Non ebbe alcuna istruzione. All’età di dodici anni entrò a servizio nel palazzo della ricca famiglia lucchese dei Fatinelli, ove rimase con umiltà e devozione tutta la vita.

Il nome imposto a Zita nel linguaggio del tempo significava, vergine e ragazza non sposata, cioè zitella. La straordinaria generosità  verso i poveri fece profumare Zita di santità  e tra i miracoli più eclatanti, avvenuti in vita, ricordiamo quello delle rose e fiori. Infatti un giorno il padrone di Zita la incontrò sulle scale con il grembiule ricolmo di pane da distribuire ai poveri, le chiese allora severamente cosa portasse con sè e lei esordì in rose e fiori che miracolosamente, aperto il grembiule caddero a terra. In ricordo di questo miracolo, nell’anniversario della morte della santa è tenuta a Lucca una fiera di piante e fiori che rallegra la piazza di S. Frediano.
Tra i tanti miracoli ricordiamo anche quello della sera di un Santo Natale, quando la signora Fatinelli presta a Zita la sua pelliccia per recarsi alla S. Messa, data la rigidità  del freddo. Prima di entrare in chiesa, Zita, mossa a compassione di un poverello, gliela presta pregandolo di restituirgliela poichè non era sua.
Finita la Messa, Zita si attarda in preghiera, esce dalla chiesa all’alba e il povero non c’era più. Torna a casa e viene rimproverata. All’ora di pranzo si presenta il poverello alla porta con in mano la pelliccia e mentre se ne stà andando una luce abbagliante illumina la stanza ed una gioia insolita pervade gli animi dei presenti.
Se il povero non era Gesù era senza dubbio un angelo che Lui aveva inviato!

Il suo attributo sono le chiavi e Pio XII l’ha proclamata patrona di tutte le donne dedite alle cure domestiche. Morì il 27 aprile 1278 e i Fatinelli la vollero seppellire nella cappella di famiglia nella Basilica di S. Frediano. Nell’anno 1695 Innocenzo XII ratificò e confermò il suo culto.