Dopo due settimane dal rientro dal Brasile Diletta, Riccardo e Rebecca ci lasciano la loro testimonianza..

Due settimane fa è finita la nostra esperienza in #Brasile. Due settimane fa abbiamo salutato Luca, le nostre famiglie e tutte le persone che ci hanno accompagnato in questa breve ma intensa avventura. Due settimane e ancora quando mi chiedono “allora, com’è andata in Brasile?” non riesco a formulare pensieri che abbiano un filo logico fra loro; d’impatto la prima risposta che mi viene da dare è “bello tosto!”. Ma il Brasile è esattamente così; non c’è un filo logico che lo guida, quando pensi di aver capito come gira, ti sorprende sempre. O almeno, non c’è per noi europei. La realtà che ci siamo trovati davanti è una realtà veramente distante dalla nostra. La povertà, la sofferenza, le condizioni igenico-sanitarie sono qualcosa che, finché non lo vedi con i tuoi occhi non puoi comprendere; ma soprattutto non puoi comprendere la disponibilità, l’accoglienza, il senso di comunità, la gioia, l’affetto e i sorrisi che trovi in quella terra così difficile. Infatti atti, la cosa che più ci ha colpito quando eravamo là, non sono stati i lati “brutti e negativi” di quelle vite, bensì è stata l’accoglienza che ogni singola persona, dalla più povera alla più abbiente, dalla più sofferente alle persone che incontravi per strada, era disposto a donarti senza chiedere niente indietro. Anche in questo caso la realtà è totalmente diversa dall’Europa, perfino dal sud Europa, dal sud Italia. Vorrei ringraziare uno a uno le persone che ho incontrato in queste due settimane, vorrei che sapessero che ognuno di loro ha un posto speciale nel mio cuore e vorrei che sapessero quanto sono riconoscente nei loro confronti, quanto vorrei abbracciarli ancora uno a uno, e giurare loro che prima o poi le nostre strade si incontreranno ancora. Sappiate che è molto più quello che voi avete dato a noi, che viceversa, e ve ne saremo per sempre grati.

Solo adesso ho capito cosa volesse dire la parola “Saudagi”. Muito obrigada Brasile, è stata un’esperienza unica, spero di rivederti presto. Saudagi, Saudagi.”

Nell’imminenza del rientro in Italia i nostri ragazzi, Andrea, Emilia, Giulia, Luca ci scrivono dal #Rwanda…

” È stata una settimana intensa quella a Nyarurema. Oltre alla Casa della Misericordia, abbiamo conosciuto anche il progetto “A piccoli passi”, intervento di sostegno alle famiglie per il recupero psicofisico di bambi affetti da handicap motori e mentali. Abbiamo giocato con questi piccoli tenaci bambini che con tutte le loro forze fanno passi da giganti grazie ai volontari che li aiutano. Inoltre, abbiamo avuto modo di visitare il seminario della Diocesi e altre realtà del territorio.”

L’esperienza di Adele e Samuele è giunta al termine e ci scrivono…

” Oggi è il nostro ultimo giorno in #Rwanda e perfino il cielo è triste. Mentre scriviamo questo, piangiamo guardando la pioggia scorrere dal finestrino dell’aereo ed è come se questo magnifico paese, fatto di persone stupende, ci stesse salutando con la speranza di rivederci di nuovo.

Gli ultimi giorni sono stati molto intensi, sia per le attività che per le emozioni. I saluti sono stati dolorosissimi, incredibile come ci si possa legare alle persone in così poco tempo e parlando una lingua diversa, quindi spesso non parlando affatto. Ci rimarranno per sempre impressi nella mente i sorrisi sdentati dei bambini che ci vedono arrivare, e le loro mani un po’ sudaticce che ci cercano sempre, la loro voglia di comunicare e scoprire cose di noi, i loro abbracci fortissimi nonostante le braccia esili e la loro incredibile energia. Anche gli animatori hanno un posto importante nel nostro cuore, mentre li salutavamo cantavano una canzone ruandese che diceva:”Ci dispiace salutarvi, ma Dio ci farà incontrare di nuovo”, e noi lo speriamo davvero. Salutare i preti e i seminaristi è stata dura. Uno di loro ci ha detto: “I giorni sono ancora caldi, perché andate via ora? Non si va via se c’è ancora caldo”, questa frase ci ha spezzato il cuore e allo stesso tempo ci ha fatti sentire a casa. Infatti dopo qualche giorno in Rwanda non ci siamo più sentiti in viaggio ma a casa. Un grazie speciale va anche ai ragazzi italiani che abbiamo visto solo 4 giorni ma che hanno lasciato un segno evidente. Grazie al Centro Missionario Diocesano di Lucca che ha permesso tutto questo. Grazie a tutte le persone di Kinihira, di Nyarurema e di tutto il Rwanda, grazie per averci accolti e per averci fatto sentire amati, non vi dimenticheremo mai.

Grazie #Rwanda per i tuoi incredibili paesaggi; per i tuoi abitanti che ci salutano entusiasti di vedere dei muzungu; per le tue infinite stelle a noi nuove; per le risate che ci hai fatto fare e per i pianti che stai provocando; per il riso, le patate e i fagioli tutti i giorni; per averci fatto tornare a casa con la consapevolezza di non sapere niente del mondo e che anche un piccolo paese può contenere un universo incredibile da scoprire.”