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Contro l’emergenza umanitaria in Burkina Faso
Analisi di contesto
Il Burkina Faso vive una grave crisi umanitaria, con oltre un quarto della sua popolazione che necessita di assistenza umanitaria. Secondo un nuovo rapporto del Consiglio Norvegese per i Rifugiati (NRC), per il secondo anno consecutivo, la crisi umanitaria in Burkina Faso continua ad essere la più sottovalutata al mondo. Dei quasi 6 milioni di persone in condizione di bisogno stimate dall’HNRP 2025, il 52% sono donne, il 55% minori e il 15% persone con disabilità.
Insicurezza
L’insicurezza limita l’accesso umanitario, compromettendone non solo la risposta, ma anche il rispetto dei diritti umani e l’applicazione del diritto umanitario internazionale. Il Gruppo di lavoro sull’accesso umanitario (GTA) ha identificato almeno 39 aree di difficile accesso, che ospitano circa 1,1 milioni di persone, per cui i rifornimenti di generi alimentari e di beni di prima necessità dipendono dai convogli scortati dalle Forze di Difesa e Sicurezza (FDS) del Burkina Faso, oltre che dai voli umanitari.
L’accesso ai servizi di salute essenziali ed alle cure di base è fortemente limitato a causa della chiusura di numerose strutture sanitarie e della riduzione al minimo dei servizi nelle strutture ancora operative. Secondo il rapporto del Ministero della Salute, al 31 agosto 2024, 733 centri sanitari (ossia quasi il 31% del totale) risultavano chiusi o funzionanti al minimo in 10 delle 13 regioni del Paese, privando dell’assistenza sanitaria oltre 4 milioni di persone (Bulletin n.11 du Cluster Santé – novembre 2024).
Educazione
Le difficili condizioni di sicurezza e i movimenti forzati hanno costretto molti bambini ad abbandonare temporaneamente o definitivamente la scuola, provocando contemporaneamente il sovraffollamento delle strutture scolastiche nelle aree di accoglienza, generando condizioni inadeguate, soprattutto per bambine e ragazze, nonché per bambini e bambine con disabilità. Secondo il rapporto del Ministero dell’educazione (Rapport statistique mensuel de donnés de l’Education en Situation d’Urgence du 31 mai 2024 – Ministère de l’Education Nationale, de l’alphabétisation et de la promotion des langues nationales), a marzo 2024, si contavano 5.300 strutture scolastiche chiuse, circa il 20 % delle strutture del Paese. Sebbene 1.304 scuole siano state riaperte, esiste ancora un grande bisogno di supporto per garantire la continuità scolastica e offrire condizioni di tutela e di apprendimento adeguate.
Accesso all’acqua
Oltre 2,8 milioni di persone hanno un accesso limitato o addirittura inesistente all’acqua potabile e dalle infrastrutture e servizi igienico-sanitari, aumentando significativamente i rischi per la salute pubblica. In un contesto idrogeologico già sfavorevole, gli attacchi ai punti d’acqua e il cambiamento climatico, con il prosciugamento delle fonti idriche, riduce ulteriormente la disponibilità di acqua.
Protezione della popolazione
La regione resta una delle maggiormente interessate dai movimenti forzati della popolazione, con oltre 50.000 sfollati interni e presenta tra i bisogni più elevati del paese, poiché l’alto numero di sfollati interni e di returnees ha un crescente impatto sulle risorse a disposizione. In particolare, si ravvisano elevati bisogni in termini di accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Di fatti, il 10% della popolazione in stato di bisogno del paese è localizzata in quest’area. Inoltre, il sistema educativo è sottoposto ad una forte pressione a causa dell’alto numero di scuole chiuse e dell’elevato numero di minori che necessitano di essere integrati nel sistema educativo. La regione del Centro-Nord è anche colpita da fenomeni climatici estremi, che hanno effetti nefasti sulle famiglie sfollate ospitate nei siti di emergenza, poiché registra il numero più elevato di comuni con livelli di gravità 3 e 4 per bisogni nei settori shelter e NFIs (beni non alimentari) del paese. I bisogni potrebbero aumentare a causa dell’intensificarsi del conflitto nelle regioni limitrofe, e dei nuovi flussi di persone in migrazione forzata interna.
Provincia di provenienza
Soum (Sahel) | 464.150 |
Sanmatenga(Centre-Nord) | 291.795 |
Gourma (Est) | 102.781 |
Seno (Sahel) | 77.310 |
Loroum (Nord) | 74.793 |
La regione del Centro Nord, è la seconda regione con il maggior numero di sfollati, pari al 34,7% seconda alla regione del Sahel con il 35,04%.
La provincia di Sanmatenga, di cui Kaya è la capitale, è il primo luogo a ricevere gli sfollati, con 327.081
In termini assoluti solo 15.280 famiglie sfollate (su più di 111.000 censite) hanno ricevuto assistenza per l’alloggio durante tutto il 2019 fino alla fine di febbraio 2020.
In termini di AME (articoli per la casa di prima necessità), quasi 30.000 famiglie hanno ricevuto assistenza nello stesso periodo. La richiesta di alloggi, di AME e di alimentazione costituiscono i tre bisogni prioritari (di cui al grafico sopra menzionato). Peraltro, le case e gli edifici sovrautilizzati rischiano di deteriorarsi rapidamente, riducendo così le risorse condivise dalle popolazioni ospitanti e sfollate.
La mancanza di alimenti di prima necessità, la progresiva riduzione delle poche riserve alimentari a disposizione, così come la difficoltà nel mantenere i capi di bestiame contribuisce alla svendita sul mercato locale, e talvolta al rischio corso da molte donne nel tornare al villaggio di origine per recuperare i cereali o il bestiame abbandonato presso le proprie abitazioni.
Quando abbiamo poco da perdere anche la paura della morte viene meno.
“Spesso bisogna mettersi in fila per più di 24 ore alla pompa per avere accesso all’acqua”
aUTORITà LOCALE
Bisogni
Il numero delle consultazioni dopo l’arrivo degli sfollati interni è praticamente raddoppiato. C’è quindi la necessità di rafforzare le infrastrutture esistenti e/o di considerare la costruzione di altri centri sanitari.
C’è anche bisogno di rafforzare le risorse umane, le scorte di farmaci, le attrezzature della catena del freddo per la conservazione dei prodotti medici e di vaccinazione, l’efficacia delle cure gratuite per le donne incinte e i bambini sotto i cinque anni, e il monitoraggio delle epidemie e della malnutrizione.
Enti impegnati nell’emergenza sanitaria
Le province con il maggior numero di partner attivi nel fronteggiare l’emergenza sono quelle del Centro-Nord (Sanmatenga, Namentenga e Bam), e della provincia di Yatenga nel Nord.
In totale, nel 2020 i membri del Cluster, di cui OCADES CARITAS KAYA fa parte, sono intervenuti in 120 comuni sui 159 delle 5 regioni pari al 75% dei comuni colpiti dalla crisi. Il bisogno rimane ed è in crescita; da qui la necessità di un buon coordinamento del lavoro da parte di tutte le parti interessate. |
Proposta:
Intervento di « microcredito » per garantire l’autosussistenza familiare attraverso :
L’assegnazione a 20 donne “sfollate” di animali di piccola taglia (mucche, capre, galline ecc) da destinare all’allevamento per la produzione di uova, latte o per la riproduzione.
L’attività di allevamento rappresenterà per le donne “sfollate” una forma di autosostentamento familiare e/o di piccola attività generatrice di reddito senza impattare su nuove disponibilità di terreni che avrebbe come effetto quello di alterare i fragili rapporti con la popolazione locale già profondamente toccata dalle carestie persistenti.





