
Casa di accoglienza Souza Araujo
accoglienza persone affette dal morbo di Hansen
Il Centro “Sousa Araujio” accoglie persone affette dal morbo di Hansen malattia batterica che invalida fortemente la vita delle persone che ne sono affette alimentando, peraltro, forme di esclusione e di marginalità sociale.
Ma il morbo di Hansen, comunemente chiamato Lebbra, è ancora una malattia da sconfiggere?
Nel 2023, 184 Paesi, aree e territori hanno condiviso informazioni sulla lebbra, con 182.815 nuovi casi, di cui 72.845 (39,8%) tra le donne e 10.322 (5,6%) tra i bambini. A livello globale, sono stati rilevati 9 729 nuovi casi di G2D, di cui 266 (2,7%) tra i bambini. Anche se la maggior parte dei Paesi con alti tassi di rilevamento di nuovi casi si trova nelle regioni africane e del sud-est asiatico, in tutto il Brasile si registrano circa 22.773 casi (fonte WHO).
L’infezione cronica nota come lebbra o morbo di Hansen è una malattia antica e complessa causata dal Mycobacterium leprae, virus che colpisce la pelle, i nervi, le superfici mucose del tratto respiratorio superiore e gli occhi. La malattia può manifestarsi in tutte le fasce d’età, dalla prima infanzia alla vecchiaia. Le manifestazioni cliniche e il decorso della malattia dipendono dalla risposta all’infezione del sistema immunitario dell’ospite.
Oltre al trattamento (che dura da 6 a 12 mesi a seconda della gravità e del tipo di lebbra), nei casi più avanzati possono essere necessarie altre cure per gestire le complicazioni, come la chirurgia correttiva, la fisioterapia per il recupero della mobilità, o i trattamenti per problemi oculari e delle ulcere cutanee
Conosciamo meglio il progetto Sousa Araujo
La maggior parte degli uomini e delle donne che sono accolte nel centro Sousa Araujio si sono ammalati prima della scoperta del trattamento, preventivo denominato polichemioterapia (PCT), introdotto dalla O.M.S nel 1981 oppure provengono da villaggi remoti dentro la foresta dove contraggono la malattia che può avere un tempo di incubazione molto lento che può toccare anche i 15- 20 anni prima di manifestare i propri sintomi. Pertanto, quando arrivano in struttura sono, oramai, con i sintomi conclamati e ad uno stadio di sviluppo del morbo avanzato. Talvolta, la sensazione di intorpidimento prolungato non fa percepire il dolore alle persone affette da lebbra le quali possono arrivare a procurarsi ferite profonde o a bruciarsi senza rendersene conto. La lebbra, soprattutto sui soggetti più anziani, ha causato forme di emarginazione e il Centro “Sousa Araujio” può diventare l’unico rifugio alla stigmatizzazione sociale.
All’interno del Centro Sousa Araujio si portano avanti attività di allevamento ittico, di suini e mucche che assicurano l’autosostentamento degli ospiti contribuendo anche a sostenere le altre opere sociali presenti in Diocesi come l’ospedale Santa Giuliana, la Casa di recupero per i tossicodipendenti e il seminario.
Ci sono anche persone malate di lebbra che fanno trattamenti giornalieri usufruendo della farmacia, e della professionalità di un’infermiera e di un medico e per i casi più gravi si indirizzano all’ospedale pubblico.
Attualmente la “Casa di accoglienza Souza Araujo” si trova nella parrocchia di San Matteo in Rio Branco e ospita circa 15 pazienti di età avanzata e non più autonomi per mancanza dell’uso degli arti superiori o inferiori, a cui vengono assicurate cure, trattamenti sanitari e assistenza spirituale dal nostro missionario fidei donum Don Luigi Pieretti.
Interventi richiesti per l’anno 2025:
- Rifacimento dei pavimenti per garantire aree igienicamente protette;
- Ristrutturazione del tetto spesso soggetto a infiltrazioni d’acqua durante la stagione delle piogge.




