Il processo di evangelizzazione del Giappone, cominciato nel 1549 con l’arrivo di San Francesco Saverio, registra un iniziale successo: si convertono e ricevono il battesimo un gran numero di persone, inclusi alcuni importanti feudatari della regione di Kyushu. La presa del potere da parte dello shogun Tokugawa, che unifica il Paese e ne diventa di fatto la massima autorità, cambia tutto. Nel quadro di una politica di rigida chiusura ad ogni influenza straniera, nel 1612 viene promulgato il Kinkyo-rei, il bando del cristianesimo dal Giappone. Esso inaugura una stagione di sistematica e radicale persecuzione, destinata a durare oltre 250 anni.


In quel lungo e triste periodo, si verificano però due fenomeni di assoluto interesse per la storia dell’evangelizzazione: quello dei missionari che, per alcuni anni, continuano ad affluire e ad agire nascostamente nel paese del Sol Levante, andando incontro a morte certa; quello dei “cristiani nascosti”, i quali, terminato il flusso dei missionari, tengono accesa la fiamma della fede nelle famiglie e nelle piccole comunità, anch’essi sfidando la morte, in regime di assoluta clandestinità.


Il domenicano lucchese fra’ Angelo (Michele) Orsucci appartiene alla schiera dei primi: il suo anelito missionario e il desiderio del martirio lo conducono prima nella provincia di Spagna, da dove si poteva partire per l’America e per l’Asia, quindi nelle Filippine e infine in Giappone, dove sbarca nel 1618. Dopo pochi mesi viene scoperto e imprigionato. Nei quattro anni di detenzione, riesce a scrivere alla famiglia: “Io sono contentissimo per il favore che Nostro Signore mi ha fatto e non cambierei questa prigione con i maggiori palazzi di Roma”. Viene martirizzato il 10 settembre 1622.


I 450 anni della nascita del Beato (8 maggio 1573) sono l’occasione per dedicare una mostra alla straordinaria vicenda dei missionari martiri e dei “cristiani nascosti” del Giappone. La mostra si compone di diverse sezioni, dedicate ad alcuni preziosi documenti dell’epoca, a un’ampia serie di pannelli didattici, alla ricostruzione di ambienti e oggetti. È frutto di importanti collaborazioni – istituzioni culturali vaticane, giapponesi e lucchesi – per le quali è doveroso esprimere profonda gratitudine.


Ricordare i missionari martiri e i “cristiani nascosti” non è solamente prestare un tributo a una storia gloriosa, ma riveste una singolare attualità: infatti la Chiesa-in-uscita auspicata da Papa Francesco non potrà svilupparsi se nel popolo di Dio si affievoliscono la stima per il dono prezioso della fede e lo zelo per la missione. Oggi, come nel Giappone di quei tempi, è il momento del coraggio.

S.E.R. Mons. Paolo Giulietti, Arcivescovo di Lucca
Prof. Arch. Olimpia Niglio